L’Uefa ha deciso l’esclusione del Milan dalle coppe europee. Alla base della decisione, le incertezze del club detenuto da Yonghong Li: tre businness falliti, mancati rifinanziamenti e zero ricavi dalla Cina. Con Elliott la storia cambia?
La decisione della Uefa di escludere il Milan dalle coppe europee ha accelerato l’uscita di scena di Yonghong Li dopo poco più di un anno dall’acquisizione del club rossonero da Fininvest.
La sentenza
Secondo quanto riportato da Panorama, le 33 pagine firmate dal portoghese Cunha Rodrigues, presidente della CFCB Uefa, l’organo di controllo finanziario sui club, hanno evidenziato le ragioni che hanno portato all’esclusione del Milan dalla prossima Europa League. Il punto di partenza del massimo organismo continentale del calcio è stato lo sforamento dei parametri del Fair Play Finanziario, pari a 120 milioni di euro dal giugno 2014 al dicembre 2017. Il problema di fondo è stato ratificato: “Vi è un’incertezza che potrebbe sollevare dubbi significativi sulla capacità del Gruppo Milan di continuare a operare“.
I motivi
Il piano economico, riformulato in due occasioni, non è stato giudicato credibile. Inoltre, a far alimentare i dubbi alla Uefa è stato il capitolo del rifinanziamento: la consistenza economica di Yonghong Li è stata sotto la lente di ingrandimento degli organi investigativi della Uefa dal novembre 2017. Infine, i ricavi commerciali provenienti dalla Cina sono stati costantemente abbassati rispetto alle stime iniziali.
Elliott inverte la rotta?
Ora che il Milan è passato nelle mani del Fondo Elliott il club rossonero spera che il ricorso al Tas di Losanna possa cambiare la sentenza della Uefa, riammettendo il Milan in Europa.